Il mondo Gipsy e Granny Patch di Daniela Cerri
Daniela parla con gli occhi, ancor prima di parlare. Occhi speciali, luminosi e vivi, che sono un segnale: “Preparatevi a vedere meraviglie”, dicono gli occhi. Abita a Pietra de’ Giorgi, Daniela Cerri, in una casa che sembra uscita da un libro di fiabe. E non è soltanto per i quattro livelli – una stanza per livello - intersecati da scale di legno, ferro e argilla. E’ per i colori e gli oggetti che Daniela crea e che, fra giacimenti di matasse, gomitoli e fili colorati, sono disseminati nella sua casa. Un atélier? In parte sì. O così è almeno la stanza più elevata, quella che guarda verso il prato e ha finestre grandi. Ad una delle finestre sono appesi due lampadari, che derivano da oggetti che Daniela ha trovato abbandonati e che ha trasformato con tecniche miste in elementi d’arredo. Accanto ai lampadari, una gabbietta contiene un pappagallo in 3D realizzato a crochet. Fiori ovunque, talmente colorati che un’ape illusa svolazza fra loro, posandosi ora qua ora là. Anche se è febbraio. Vien da chiedersi se l’ape, come il pappagallo, sia stata fatta a crochet o con gli aghi tricot. Invece è vera, come i tre gatti che abitano nella casa. In particolare, la gatta Minella abita ovunque nella casa, ma la meraviglia è che abita ovunque nello stesso tempo: la ritrovi in ogni stanza, accovacciata come se fosse sempre stata lì. Invece un attimo prima era in cucina, un attimo prima nello studio, un attimo prima sul letto. Una Minella ubiqua. Daniela prima viveva a Milano e lavorava nel mondo dell’editoria. Dalla sua esperienza professionale nascono i manuali creativi, le dispense e gli Art-Book con i quali spiega (anche a chi è mancino a partire dalle pubblicazioni più recenti) come si realizzano meraviglie Gipsy, Granny Patch, tappeti e coperte, abiti e cappelli, complementi d’arredo, ma anche gioielli con resine, cristalli e con pietre semipreziose. La sua formazione proviene infatti dalla gioielleria, che è uso dei metalli e delle pietre, ma anche – soprattutto – creazione d’arte. Il suo progetto di lavoro ha un nome e un marchio: “L’officina Nomade FateLeFate”. Il progetto si evolve, giorno dopo giorno, in creazioni che Daniela sperimenta e trasmette, fase dopo fase, con le sue pubblicazioni, nei suoi siti Internet (www.daniellacerri.blogspot.com e www.manualidanielacerri.blogspot.com), in Facebook e nella community che ha creato, luogo di scambio, informazione e sensazioni. E nei suoi Art-Book (Collana Crochet Mon Amour!), l’ultimo dei quali in ordine di pubblicazione s’intitola “Il Giardino Incantato” ed è interamente dedicato ai fiori a crochet. E’ un Art-Book speciale, in copie numerate e limitate, ciascuna con uno spazio riservato alla dedica personalizzata che Daniela scrive a chi lo acquista. Nel libro, Daniela spiega grazie agli step by step fotografici e agli schemi (ideogrammi) come si realizzano un barattolo per custodire i gomitoli, a prova di gatti giocherelloni, fiori per abbellire guanti, ciabattine e cappelli o come sottotazze e tante altre creazioni. Nella sua camera, ricavata dall’originaria cantina che sta sotto il locale dello studio, che a sua volta sta sotto l’atélier, ma che sta sopra la cucina, la quale sta nelle fondamenta di pietra della casa – confidando nell’intuizione architettonica di chi legge -, campeggia un paravento in freeform, composto da fiori, granny patch, moduli combinati apposta per suggerire sogni. Nello studio, accanto alla scrivania, è appollaiata la versione femminile del pappagallo, sempre in 3D. Fa la guardia, la pappagallina, allo scrigno degli anelli, alcuni dei quali richiedono decine di passaggi per essere realizzati. Non stupisce che il nome di Daniela Cerri sia uno dei più conosciuti nel mondo, un po’ magico e percettivo, del fashion design interpretato a crochet. Sarà per la sua creatività e straordinaria manualità o per gli occhi speciali o perché vivere in una casa così, da lei così voluta e vissuta, non può che generare meraviglie. Ed è il pensiero che resta dentro, uscendo e incrociando Minella, che un attimo prima era giù, ma un attimo prima del prima era su e che ora è davanti alla porta, concedendosi – finalmente – a una carezza per un paio di fusa.
- 24 Marzo 2014
- ©InfopointStradella