Il vino s’impara viaggiando
C’è chi all’estero va per cercar lavoro e chi, invece, va per tornare con un bagaglio di conoscenze in più destinate non soltanto alla propria impresa ma a un intero territorio. Alessandro Rovati, classe 1991, di Montù Beccaria, è tornato tre mesi fa dalla Francia e partirà il 10 marzo per la Nuova Zelanda. La sua meta sono vigne e cantine. In Francia è stato dal 15 settembre al 15 dicembre nella zona di Bordeaux. Per l’esattezza, parliamo di Chateau Recougne, che significa “terra riconosciuta”. Fu riconosciuta, a quanto dice la tradizione, da Re Enrico IV, meravigliato dall’elevata qualità dei vini qui prodotti. Era la fine del XVI secolo. E qui si produce ancor oggi, fra gli altri vini, un Bordeaux Superieur di notevole pregio. Alessandro è stato anche a Chateau Boutisse, chateau di proprietà della stessa famiglia, ma a Saint-Émilion. Produzione, in questo caso, Saint Émilion Grand Cru. “Fra le due aziende oltre alla differente qualità delle uve c’è soprattutto una differenza di tecniche di raccolta e lavorazione – spiega Alessandro -. Nella prima, estesa su 75 ettari, è ad esempio preponderante la meccanizzazione. Nella seconda, di 25 ettari, la vendemmia è manuale. In entrambe, l’organizzazione del lavoro è basata su compiti precisi e distinti affidati a persone diverse, ciascuna con la propria specializzazione”. La tecnologia là è prassi: “La selezione delle uve, dopo il raccolto, è meccanica. Gli acini diraspati sono posti su un tavolo di cernita a rulli e successivamente su tavola vibrante, quindi un potente soffio d'aria elimina resti di insetti, foglie, vinaccioli, acini secchi o rotti. Esistono poi sistemi di selezione per densimetria e di tipo ottico. Sono metodi applicati in tutte le Aziende, là è la norma”. Per arrivare a Bordeaux Alessandro, che è iscritto alla Facoltà di Scienze Viticole ed Enologiche di Asti, ultimo anno di laurea magistrale con tesi in preparazione sulla Flavescenza Dorata, ha inviato il proprio curriculum presso Chateau Boutisse in base a un annuncio di ospitalità tirocinanti formulato dall’Azienda. Centoventi i curriculum arrivati, 6 le persone scelte provenienti da Spagna, Australia, Israele e Taiwan. Ad Alessandro è stata affidata in particolare la cura di 12 vasche e ha seguito le varie fasi, dalla vendemmia all'imbottigliamento, ma ha anche visto come nascono le barrique presso i laboratori di costruzione. In Nuova Zelanda, meta successiva, si fermerà dal 10 marzo al 10 giugno, con la prospettiva di approfondire metodi sulla produzione di Pinot nero, ma anche di bianchi. Obiettivo a medio termine è portare stimoli nell’ Azienda della sua famiglia a Montù (4 ettari coltivati per la produzione di Bonarda, Barbera e Croatina). Intanto, Alessandro sedimenta e racconta ciò che ha imparato. Oltre confine, in ogni senso.
- 02 Marzo 2015
- Cinzia Montagna